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Sturmtruppen di Bonvi.
Le Sturmtruppen di Bonvi attuali come nel 1968 quando nacquero grazie alla fantasia intelligente di un uomo che diceva «Io non so disegnare, ma posso disegnare».
Le Sturmtruppen sono una denuncia sull'imbecillità della guerra e di chi la fa.
I suoi militari sono una massa di idioti incapaci e le vicende raccontate si basano sulle battute più antimilitariste mai apparse in Italia sino a quel momento (e potremmo dire anche dopo).
Negli Stati Uniti negli anni Cinquanta con la guerra di Corea era nato Beetle Bailey (ideato da Mort Walker), nel decennio Sessanta - ma sarebbe ampiamente debordata negli anni Settanta - imperversava la denuncia della guerra in Vitenam e della stupidità della mentalità militare e del potere, con scrisce come Doonesbury di Garry Trudeau - ancora pubblicata - o con i personaggi di Jules Feiffer.
Ma in generale sul nazismo non era in circolazione nulla di questa portata.
Le Sturmtruppen scatenano anche una liberatoria risata contro quel potere che tanto ha drammaticamente segnato gli italiani, portando a un "diabolico" livello satirico quel pregiudizio che tutti noi abbiamo sempre avuto nei confronti delle armate tedesche tanto terribili quanto terribilmente votate all'obbedienza sterile e acritica. In senso lato un'opinione diffusa nei confronti di tutti gli eserciti del mondo.
Scrive Valerio Evangelisti:
"Le Sturmtruppen, sotto diverse bandiere, hanno operato e operano in Somalia, Kossovo, Iraq, Afghanistan ecc. Non hanno risolto un tubo. Bonvi, post-mortem, ci spiega perché. Gli eserciti sono falangi di poveri cretini guidati da cretini (non poveri) peggiori di loro. Quale problema geopolitico potrebbero mai risolvere?".
Da ricordare che le armate germaniche di Bonvi sono diventate anche protagoniste di due film firmati da Salvatore Samperi, Sturmtruppen (1976) e Sturmtruppen 2 (1982), con un cast straordinario: Renato Pozzetto, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni, Teo Teocoli, Umberto Smaila, Corinne Cléry, Massimo Boldi, Felice Andreasi... e nel secondo film lo stesso Bonvi in un breve cameo, nei panni di un prigioniero di guerra.
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