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Il profumo, Patrick Suskind

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Murnau1970
view post Posted on 20/7/2011, 08:58     +1   -1




Jean-Baptiste Grenouille. 17 luglio 1879. Un uomo che vive senza una calda anima umana, ma solamente per ostinazione, l’ostinazione di una zecca.

Perché colui che più ci intriga è colui da cui dovremmo sottrarci, colui che riconosce l’anima odorosa di ogni essente e individua chiaramente l’inutile superficialità altrui: uomini come corpi che si muovono senza alcuna devozione nei confronti dello straordinario, mondiale, regno olfattivo.

Jean-Baptiste Grenouille, un uomo che disprezza gli uomini, una mente offuscata dall’assurdo, lucida e determinata nei suoi piani d’intenzione, talmente geniale da essere incomprensibile. Colui che odia il mondo ma ne conosce l’odore può determinarne forse le sorti? Può possederlo senza decoro ne ritegno?


Un piacere simile non ci coinvolgeva dai tempi della solenne intelligenza del dottor Lecter, mentre qui, a Jean-Baptiste Grenouille, manca l’eleganza, manca il lessico, manca l’odore… Jean-Baptiste Grenouille non emana alcun profumo, lui che dei profumi è schiavo e complice.

Dovremmo conoscere bene la follia negli occhi degli uomini che la contemplano, per evitarne l’incontro, per evitarci una spiacevole nottata… ma forse, e dico forse, ad uno come Grenouille ci abbandoneremmo, ci lasceremmo annusare, conoscere attraverso la fragranza, il calore ed il sapore dei nostri odori, dei nostri umori.

Siamo in Francia, diciottesimo secolo, la figura di Jean-Baptiste Grenouille ci inquieta: è evitato da ogni essere vivente, il suo silenzio crea disagio, la sua nascita comporta la morte di chi lo ha partorito, il suo sguardo disarma, chiunque lo intralci viene rivestito da un manto di disgrazia, la sua figura minuta mal s’adegua all’immensità delle sue capacità, e chi lo conosce lo desidera e disprezza contemporaneamente: << una delle figure più geniali e scellerate di quell’epoca >>.

Jean-Baptiste Grenouille, un tacito accordo con l’Ade. Perché in quel luogo ove nulla vive, lì dove nessuno s’addentra, lì solo nella solitudine dell’essere umano, lì solamente un uomo, che non è trattato e non si riconosce come tale, lì solo un tale essere può vivere, inebriandosi dei propri deliri olfattivi, di orge inalate tramite i ricordi di ciò che si può seguire, disegnare, degustare, anche solo tramite il proprio profumo.

Leggeremo un senso attraverso un altro senso. Perché leggere un senso diverso?

Mi hanno sempre insegnato che l’uomo è un animale razionale, un animale linguistico, ma non questo uomo, non Grenouille che emette solo i nomi di ciò di cui conosce l’odore, che può pronunciare la parola “legno” con una certezza tale cha a noi resterà sempre irraggiungibile, ma che dubiterà sempre del senso del linguaggio e non cesserà mai di provare estraneità di fronte a termini quali gioia, diritto, Dio…

Dunque, perché leggere Il profumo di Patrick Süskind?

Perché è veramente scritto bene. La risposta sembra banale, ma è un esercizio elevato ed inquietante quello di metter per iscritto, nero su bianco, gli odori che possono correre nei vicoli di una fetida Parigi, tra i banchi del suo mercato, nella notte che corre sul fiume. Vi ritroverete tra le mani la storia di un Amore così Amato da portare alla morte, e nessun Amore sarebbe mai tale se non contenesse una dose di delirio, un’essenza di affezione, una morbosa tendenza d’animo affettuoso, affettuoso con i propri ricordi, con immagini d’odori scoperti nella notte, lungo Rue des Marais, nel settembre del 1753.

Un’omuncolo dall’ego sproporzionato, che come una zecca si lascia cadere sulla vita e ad essa si attacca con la veemenza di chi vuole succhiarne la polpa, l’essenza. Jean-Baptiste Grenouille Ama. Ama se stesso, tanto da desiderarsi come solo l’Amore ci rende desiderosi.

Una storia ambigua, interiore, un cammino risoluto, un’indiscussa genialità a servizio del senso che fra tutti è il più voluttuoso, lascivo, erotico, << l’organo primitivo dell’olfatto, il più volgare dei sensi! >>, il più intrigante, direi io. Se già il dottor Lecter ci aveva tagliato il respiro con la sua carta da lettere, con il suo sguardo profanatorio, qui ed ora Jean-Baptiste Grenouille ci ucciderà.

Jean-Baptiste Grenouille è talmente Innamorato di un odore, di quell’odore, da sentirsi mancare le forze ad un muro di distanza dalla fonte dei suoi desideri e, attraverso molecole invisibili, lui è in grado di definire i contorni dell’oggetto stesso della sua bramosia, la morbidezza della chioma, il candore dei seni, il profumo del sesso che muta… il profumo… quanto può essere pericoloso un profumo? E’ capitato a tutti noi: il suo odore carnale sul cuscino dopo che nella mattinata è andato via, l’odore di una sconosciuta che ci è passata accanto per strada, l’odore dei maglioni di nostra madre, l’odore della cucina della nonna, l’odore dei nostri più turpi pensieri, l’odore di morte tra i fiori, l’odore di un'altra tra i suoi capelli. Gli odori, gli odori ci circondano, ci affascinano e distruggono.

Ascoltare e comprendere gli odori significa poter generare il mondo, essere in grado di ricostruirne le strutture, le immagini, un mondo che non è stato donato a nessun altro se non a Jean-Baptiste, un mondo in cui l’odore del vetro liscio è fresco e argilloso, dove la vita si snoda tra alambicchi, vapori, essenze, cadaveri, gocce, passione e lascivia. Esiste una misteriosa indole d’eccitazione in questo mostro umano, un germe malvagio che ci inebria e disarma, una capacità di conoscenza olfattiva che procede in pari con una totale assenza d’emozioni, un pathos che non necessita d’altro se non del proprio naso, un assassino che, prima d’esser tale, è semplicemente, sconvolgentemente, inquietante. Affascinante.


Perché una figura deviante e delirante quale è Jean-Baptiste Grenouille co-stringe i nostri pensieri? Questa presenza, di cui nessuno si preoccupa, vale la pena d’esser conosciuta, ma bisogna tenerne a mente il nome per evitarne la presenza notturna, sperando che la vostra pelle non emani un profumo eccessivamente desiderabile… lo sentite arrivare? Lo ri-conoscete? Lo temete? Lo desiderate?

Innamorarsi di una mente torbida, si può? In fondo, non lo facciamo in ogni nostro istante?

Non facciamo altro, nelle nostre giornate e nei nostri sogni, che inebriarci continuamente di ciò a cui sarebbe opportuno sottrarsi.


Dopo Jean-Baptist Grenuille non conoscerete mai feticismo più elevato.


<< Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouchè, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse dietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immortalità, empietà insomma, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori >> (… … …)



Leggi tutto: http://www.informagiovani-italia.com/profu...m#ixzz1Sd8O2Cgg
 
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faitmer
view post Posted on 20/7/2011, 12:48     +1   -1




Andrea ma non è che fai lo scrittore come secondo lavoro???
 
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Murnau1970
view post Posted on 20/7/2011, 19:12     +1   -1




un tempo qualcosa ho scritto ^^
 
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GladiatoreMaximo
view post Posted on 30/8/2011, 10:22     +1   -1




CITAZIONE (Murnau1970 @ 20/7/2011, 20:12) 
un tempo qualcosa ho scritto ^^

I suoi romanzi più riusciti sono:

Anale in casa Cupiello

Analizzami

oo7 e i servizietti segreti

 
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3 replies since 20/7/2011, 08:58   45 views
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